Un pianeta sull’orlo del collasso. Solo in Italia negli ultimi 6 mesi son stati registrati circa 3000 eventi estremi. Piogge violentissime che causano disastri e dall’altra parte desertificazione costante per dirne una.
I moniti dalla comunità scientifica e sensibile all’argomento, continuano chiedendo di invertire la rotta anche se il nostro pianeta pare rotolare inesorabilmente verso il baratro del disastro biologico ed ambientale definitivo. L’ ingordigia del capitalismo, le guerre e la diffusa non-cultura del vedere un territorio, un paese come bene comune alimentano l’interminabile rotolio al collasso.
Chi nega tale drammatico moto a luogo distruttivo non fa nient’altro che voltarsi dall’altra parte perchè più interessato a mantenere dei privilegi economici e societari piuttosto che convertirli verso una sostenibilità studiata e con obiettivi.
Chi nega il lento logorio di un pianeta che non sopporta più il capitalismo delle materie prime e l’insana creazione di ricchezza non fa nient’altro che auto-condannarsi insieme a chi invece urla in difesa di quella bellissima sfera blu che si chiama Terra.
Alla base c’è l’egocentrismo ideologico del essere umano, che crede nella sua follia di poter risolvere con un colpo di scopa danni permanenti o semi-permanenti pur non rendendosi conto di trovarsi di fronte ad un sistema complesso e delicato nel suo equilibrio. Equilibrio sempre più precario, per colpa nostra. Nostra non sua.
Nello sviluppo c’è il capitalismo e l’accumulo di ricchezze pur di estirpare fino all’ultima goccia di quello, fino all’ultimo sasso di quell’altro e così via.
La conclusione? La vedremo e il prologo lo stiamo attraversando.
Perchè il baratro è lì, non laggiù.
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