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Fratelli Cervi
Fratelli Cervi

A quei fiori chiamati #FratelliCervi assassinati per mano fascista il 28 Dicembre 1943. Durante la notte della vigilia di Natale, irruppe in casa Cervi un manipolo fascista del MVSN (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale). Arrestano i fratelli Cervi, dei partigiani russi, Castellucci e Camurri (partigiani anche loro). Dopo un estremo tentativo di difesa, i fratelli vengono incarcerati nel carcere politico dei Servi a Reggio Emilia. La resistenza in quei giorni, assediando le sedi del fascio ed andando a caccia degli assassini mussoliniani. I vari boiardi fascisti minacciarono rappresaglie feroci se gli attacchi fossero continuati. Il 27 Dicembre, la resistenza colpisce il segretario comunale di Bagnolo in Piano, Davide Onfiani. Il giorno successivo, per vendetta cieca, i fratelli Cervi furono messi a muro e fucilati senza pietà. Solo nell’Ottobre del 1945, la famiglia riuscì ad eseguire i funerali solenni. Nel pomeriggio del 28 ottobre, dopo la manifestazione di affetto dei cittadini emiliani, i feretri dei fratelli sono portati al cimitero di Campegine. In questa occasione papà Cervi pronuncerà la celebre frase: “dopo un raccolto ne viene un altro”.

In eterna memoria e lotta per i fratelli Cervi, partigiani per la libertà.

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