A Primo Levi, morto oggi 11 Aprile a Torino nel 1987. Ogni volta che qualche negazionista, revisionista o fascio-nazista scrive di teorie contro l’esistenza dei campi di concentramento gli lancerei in volto “Se questo è un Uomo”. Forse non serve a nulla, forse gli farebbe del male, leggere le barbarie del nazi-fascismo, forse capirebbe. Forse no. Troppi forse, come starete leggendo ma io me ne voglio ricordare e ringraziare chi come Primo ha permesso a tante e tanti di leggere fin da piccoline e piccolini cosa poteva creare l’odio. Perchè in fondo, ci ha creato a tutte e tutti la memoria di cosa è stato e cosa potrebbe diventare ancora il fascismo e il nazismo nel vecchio continente.
Ciao Primo.
Grazie.
Centro Internazionale degli Studi – Primo Levi
l 22 febbraio 1944, Levi e altri 650 ebrei, donne e uomini, vennero stipati su un treno merci (oltre 50 persone in ogni vagone) e destinati al campo di concentramento di Auschwitz in Polonia. Levi fu qui registrato (con il numero 174.517) e subito condotto al campo di Buna-Monowitz, allora conosciuto come Auschwitz III, dove rimase fino alla liberazione da parte dell’Armata Rossa, avvenuta il 27 gennaio 1945. Fu uno dei venti sopravvissuti dei 650 ebrei italiani arrivati con lui al campo.
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