
Se non li massacrano con le bombe e gli eserciti, li fanno morire di fame: è questo il putrido piano sionista contro le popolazioni palestinesi nella Striscia di Gaza. Dopo un primissimo “trattato di tregua” fra le parti, Israele ha deciso di interrompere tutti i flussi di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. I motivi? Come vendetta al no ai confronti del piano Witkoff che “prevede l’estensione della fase 1 della tregua fino al Ramadan e alla Pasqua ebraica, ovvero il prossimo 20 aprile, con il rilascio di metà degli ostaggi il primo giorno da parte di Hamas e gli altri non appena raggiunto un accordo per un cessate il fuoco duraturo”.
Il no a questo piano deriva dalla volontà di passare subito alla seconda fase del cessate il fuoco senza ulteriori ritardi come da accordi intercorsi e firmati.
Per rappresaglia li si prende per fame, un vero e proprio crimine di guerra nei confronti di una popolazione sempre più allo stremo e colpendo le singolarità più deboli della società della Striscia di Gaza.
Gli USA applaudono alla scelta genocida di affamare il popolo, Israele e i sionisti si gustano una buonissima treccia di Challah e il popolo palestinese muore di fame per colpa del colonialismo del primo mondo che vorrebbe (secondo Trump) trasformare la loro terra in una sorta di “resort o riviera” di lusso per ricconi annoiati seguendo il modello delle riserve indiane negli States.
Non c’è più limite a tutto questo.
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