In attesa di te, Rivoluzione.
Sto parlando con te, mia cara rivoluzione. Ci siamo incontrati tempo fa fra un parco e un vicolo della città. Sapevamo fin da subito che qualcosa non andava nelle nostre vite.
Un flusso fatto di antifascismo, musica un centro sociale e quell’anarchia mai compresa fino in fondo.
Sì parlo di noi e di quanto ci siamo amati, profondamente e di quanto ci siamo odiati nel momento del bisogno. Perché tu non eri lì ed io forse ero in qualche stazione aspettando un treno mai arrivato.
Mi trovi ancora lì, fumando una sigaretta rollata male e quell’aria di montagna e mare che si mischia alle mie nuvole di fumo.
Lo zaino pesa ogni giorno di più. Come le tue parole.
Ti aspetto qui.