
Giannino Zibecchi, viene ucciso investito da un autocarro blindato della Polizia a Milano, durante la manifestazione in protesta all’assassinio di Claudio Varalli.
Il giorno dopo l’omicidio fascista del compagno Claudio a colpi di pistola, nel capoluogo lombardo si organizza una grande manifestazione di protesta. In migliaia animo le strade milanesi di rabbia e risentimento. Gli scontri cominciano già di mattina con alcune azioni nei confronti delle sedi del Movimento Sociale Italino, protette dalla Polizia di Stato.
Ad un certo punto vengono mandati dalla caserma di Via Lamarmora, alcuni automezzi di supporto ai gendarmi che si incolonnano in via XXII Marzo. Uno di essi guidato da Carabiniere diciottenne Sergio Chiarieri alla cui sinistra era seduto come capomacchina il sottotenente Alberto Gambardella, invece di immettersi come tutti gli altri nella corsia centrale si mette sulla sinistra e con una mossa improvvisa si lancia sul marciapiede gremito di manifestanti con il puro intento di schiacciarli.
È il panico. Chi si schiaccia contro i muri per evitare il muso del autocarro, chi si ripara dietro a pali della luce o si butta dentro a dei portoni. Un compagno, Giannino Zibecchi, cerca di schivare il mezzo della Polizia ma la ruota gli schiaccia letteralmente il cranio, lasciando il cervello del ragazzo sul pavé di Milano. Morirà sul colpo.
Il 28 novembre 1980, il Tribunale di Milano, Sezione Penale 8°, guidato da Francesco Saverio Borrelli, letto l’art. 79 c.p.p., assolve Gonella Alberto e Gambardella Alberto dai reati loro rispettivamente ascritti per non aver commesso il fatto. Assolve Chiarieri Sergio dal reato ascrittogli per insufficienza di prove. Anche questa volta, nessuno è Stato.
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