Fuori i fascisti dalle scuole

Fuori i fascisti dalle scuole. Fuori ora prima che sia troppo tardi. Se la maggior parte dell’opinione pubblica crede che i fatti di Firenze del 18 Febbraio di fronte al Liceo Michelangelo siano solamente un caso sporadico e che poco a che fare con una vera e propria strategia della tensione messa in pratica da gruppi para-fascisti beh, qualcosa non quadra. Il clima marcio e l’aver costantemente legittimato la loro presenza squadrista in nome della “democrazia”, spesso collegata a partiti politici di alto borgo, non fa altro che creare una paradossale situazione nel quale per la “libertà di parola” si legittima chi, anni fa, l’aveva totalmente eliminata a suon di manganelli e camice nere.

Il paradosso continua quando si invita la comunità della scuola a stringersi attorno a valori costituzionali ponendosi in una condizione di confronto e di ascolto con le diversità. Il perpetratore che diventa protettore, il fascista che diventa una persona con cui avere un dialogo. Qui stiamo cadendo nel ridicolo. Se proprio il messaggio democratico punta all’esaltazione della carta costituzionale cominciamo con il discioglimento di qualsiasi sigla che velatamente e non tenta di riorganizzare il Partito Fascista, scatenando tensioni e pestaggi in tutta la penisola. Atti di razzismo, di omotransfobia, violenze verbali ed atti intimidatori sono al ordine del giorno da anni, caro democratico popolare. Perchè pensare d’analizzare un fenomeno così complesso nelle sue singolarità, attraverso una wall di Facebook o qualche titoli di qualche giornale di sistema, beh qualcosa non quadra.

Non è un concetto di scontro. Non è un concetto di striscioni o di qualche provocatoria azione in difesa delle specificità e delle differenze, qui si sta parlando che un’intera generazione sta respirando ogni giorno veleno fascista, intossicando il futuro, aggredendo il passato, in un presente vuoto.

Torniamo alle basi: fuori i fascisti dalle scuole e allora qualcosa comincerà a quadrare.