
Scompare il 5 Febbraio 2025 a Torino, Gianni Milano: poeta, pedagogista, scrittore e militante anarchico. Nasce a Mombercelli il 14 Giugno 1938 e divenne negli anni sessanta una delle figure di riferimento del nascente movimento Beat Generation. Lavora per 40 anni nelle scuole e fin da subito cerca con tutte le sue forze intellettuali e non solo, nel importare nel sistema formativo la pedagogia e la formazione libertaria. Fu componente attivo del Movimento di Cooperazione Educativa del quale diceva:
Il MCE si propone come gruppo libero e autonomo di insegnanti che non vogliono smettere di pensarsi, oltre che trasmettitori, anche elaboratori di cultura, attenti alla valorizzazione delle culture di cui sono portatori i bambini/e; a creare in classe climi favorevoli all’ascolto e alla comunicazione autentica
Pubblicherà più di 20 opere nella sua vita, parlerà di anarchia, lotterà nelle piazze ma non solo anche in Val Susa per cercare di bloccare l’opera capitalista Tav.
Per salutarlo, personalmente e con un grande affetto, cito un suo verso della poesia Lamento Fuori dal Tempo.
“E pare un gatto,
Fiondato dalla sorte,
Il lamento che giace sotto il canto,
Di lische si nutriva e il resto è il pianto”
Vorrei infine salutare a modo mio Gianni Milano,
caro amico e caro compagno con un mio scritto in prosa dal titolo “Il tormento“
Su strada polverosa, un giovane errante,
con cuore silenzioso, parole latitanti.
Incontra un uomo, Gianni, spirito anarchico e ardente,
che lo accoglie con un sorriso, un fuoco che non mente.
“Non temere, fratello,” con voce dolce e forte,
“la libertà è un tesoro, non la trovi nelle scorte.
Le parole sono ali, usale con passione,
e la tua anima volerà, senza alcuna prigione.”
Gianni gli mostra l’anarchia, un mondo senza catene,
dove ognuno è libero, senza alcuna pretesa o pene.
Gli insegna a scrivere, a pensare con la sua testa,
a vivere da uomo libero, senza alcuna tempesta.
Il giovane impara, cresce, il suo spirito si espande,
con Gianni al suo fianco, il mondo comprende a suon di scorribande.
La libertà è un viaggio, un cammino da intraprendere,
e con queste parole nel cuore, potrà sempre splendere.
“Tu sarai rosa nera,” Gianni gli disse,
“pronto a lottare per un mondo migliore, iscrisse.
La tua anima è forte, il tuo cuore è generoso,
e la tua voce si alzerà, per un futuro luminoso.”
Le spine della rosa, pungenti, lo sanno,
che il dolore è compagno, per un futuro affanno.
Comprendere l’uguaglianza, tra diversi, tra pari,
è il prezzo da pagare, per ideali più antiautoritari.
Ma un giorno, Gianni se ne va dolcemente,
lasciando un vuoto profondo, un dolore che non mente.
Il giovane, ormai cresciuto, lo porta nel cuore,
e nella terra lieve, dove riposa il suo amore.
Gianni vive ancora, nelle parole che ha donato,
nella libertà che ha acceso, nel ricordo grato.
E il giovane, divenuto adulto, non lo dimenticherà mai,
perché Gianni è l’anarchia, che in lui vivrà per sempre, ormai.
E quando il giovane, stanco del suo cammino,
chiuderà gli occhi al mondo, da mortal Caino,
ritroverà Gianni, in un luogo senza uno tempo,
dove l’anarchia è eterna,
Dove non c’è mai tormento.
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