14 Settembre 2016 e Abdel Salam Ahmed Eldanf viene investito da un camion che forzava il picchetto di fronte alla sede GLS di Piacenza.
Professore egiziano, papà di 5 figli. Si era trasferito in Italia e lavorava come lavoratore autonomo proprio per la GLS. Lo schiaffo morale arrivò il 14 Settembre 2016, quando l’azienda disattese gli accordi sindacali per ben 13 persone. 13 esseri umani, senza diritto alcuno di replicare. Senza alcun diritto di protestare.
Cominciano le trattative. Quella notturna fallisce trasformando lo sciopero indetto di 8 ore in un picchetto, bloccando così le attività dell’azienda. Un camion si avvicina alle persone. Vuole a tutti i costi uscire dopo le operazioni di carico. Servilismo e sciatteria. Qualcuno, testimone della tragedia in arrivo, sostiene che Antonio Romano personaggio chiave e di comando aziendale inciti il camionista a partire senza se e senza ma. E poi il fatto.
Quel piede sul pedale dell’acceleratore, Abdel Salam Ahmed Eldanf che si mette in mezzo e pone il suo corpo per fermare tutto questo. L’investimento. La morte. Il silenzio. La rabbia.
Viene arrestato in un primo momento l’autista del mezzo, poi rilasciato. Invece di omicidio, l’assassinio di Abdel viene derubricato come incidente sul lavoro.
Vedete, ricordare Abdel Salam Ahmed Eldanf è importante per tutt* noi. Perché Abdel è un’essere umano come tanti che combatteva per una vita migliore. Per la dignità sua e dei suoi colleghi. Ricordare Abdel significa analizzare i fatti e ricordarsi, senza alcuna esitazione, che non fu solamente un camion ad ucciderlo. Ad assassinarlo fu il Capitale, i padroni e l’indifferenza dei tant*.
Abdel Salam Ahmed Eldanf, non ti dimentico.
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