Il 12 Aprile 1961 Gagarin conquista lo spazio: alle ore 09:07 di Mosca, un ragazzo figlio di un falegname e di una contadina di nome Jurij Alekseevic Gagarin decolla con la navicella Vostok 1. <Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini>.
Il 20 Marzo 2022, comincia a rimbalzare sui social media un comunicato stampa firmato Space Foundation nel quale si legge che “alla luce degli eventi mondiali attuali” veniva cancellata la dovuta onorificenza al cosmonauta sovietico. Notizia che, pochi giorni dopo, viene fermamente smentita dal vicepresidente della fondazione Rich Cooper. Ma è un serpente che si mangia la coda. La cancel culture c’è stata per davvero. Mi spiego. Ogni anno la fondazione Space Foundation nata nel 1983 organizza in concomitanza con il successo di Gagarin l’evento denominato “Yuri’s Night” per raccogliere fondi per programmi educativi scientifici e spaziali. Si evince però dal portale online che tale evento ha cambiato nome in “A Celebration of Space: Discover What’s Next”. (fonte)
Non solo. In Lussemburgo è stata coperta la statua che rappresenta il cosmonauta “fino a nuovo ordine” ed oggi parlare di questo ragazzo pare scomodo, quasi proibito se non per la netta evidenza del suo incredibile successo per tutt*.
Ma miei cari Democratici popolari: ci sono fatti, storie, simboli che non saranno mai dimenticati o cancellati da qualche agile colpo di penna. Perché le parole pronunciate da lassù osservando il nostro pianeta valgono più delle vostre fondazioni o del vostro nauseabondo revisionismo del Capitale. E quindi, oggi, ti voglio immaginare lassù ancora, da qualche parte. Perché per tutt* coloro che hanno gli occhi giusti per rivederti da lassù, sei sempre bellissima senza frontiere né confini.
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